mercoledì 4 marzo 2009

vivo

Scivolano le mani sui tasti bianchi e neri
descrivendo cosi armoniche melodie
segnando il tempo di questo scorrere
di questo pulsare di vita nel corpo.

Scaldano le note questo freddo respiro
quando l’occhio si cela dietro lembi di pelle
e la realtà diventa sogno
il dolore profanato ricordo.

Sento l’aria calda e leggera
portarmi su in alto come aerostati
infine mi trascina il vento
verso posti dal corpo lontani.

Servo la natura con calici di gioia
riverente debitore di questo dono
anche se in fondo io sono solo
a volteggiar in platee di stelle.

Ma quando troppo solo mi sento
come una meteora piombo al suolo
nascondendomi nel ventre della madre
in umide e buie prigioni sicure.

Ma l’udir del tuono della stagion del cuore
quando le gocce rinfrescano l’animo
scavo a mani nude verso la luce
a dissetar la bocca dalla polvere dell’oblio.

Questo salire e scendere dalla giostra della felicità
o del dolor se qui conviene
fu moto perpetuo non del nostro essere o dei cattivi ricordi
ma della natura che vita ci offre.

martedì 17 febbraio 2009


Dubbi
Domande
... e il tempo non aiuta ...
diventano macigni
dimenticando le loro origini
il loro senso di esistere

mercoledì 7 novembre 2007



legami
pensieri
simbiosi